Ho dovuto partire o sono dovuto partire ?

28.03.2013 18:56

 

Ho o sono  dovuto partire?

 

Per non sbagliarsi - e spesso lo fa anche un madrelingua - basta seguire alcune regolette. Vedrete cosi' che la scelta dell'ausiliare (essere o avere) quando vi trovate di fronte a infiniti retti da verbi servili (come volere, potere, dovere) sarà davvero uno scherzetto.

Allora ecco qui qualche regola:
 

  1. Scegliere sempre l'ausiliare del verbo retto dal servile, è buona norma: es. ha dovuto viaggiare; è dovuto partire. L'ausiliare sarà quello dell'infinito che si trova (e' retto, appunto) dopo il verbo servile, quindi con viaggiare l'ausiliare sarà avere, con partire essere.
  2. Se il verbo che segue quello servile è un verbo di movimento intransitivo ( e cioè non risponde alla domande ''chi''/''che cosa'') si può usare sia l'ausiliare essere che avere. Quindi possiamo dire tanto ''è dovuto uscire'' che ''ha dovuto uscire''
  3. Se l'infinito che segue il verbo servile ha davanti un pronome atono (come mi, ci, ti, si, vi), allora bisogna usare l'ausiliare essere: es. si è voluto muovere. Se invece il pronome è dopo l'infinito allora diremo ha voluto muoversi.

Infine, se il verbo servile è seguito dal verbo essere, allora non possiamo sbagliarci: l'ausiliare sarà sempre avere: es. ha voluto essere il migliore.

 

 

Alessandro Manzoni quando dopo venti anni riscrive il suo romanzo I Promessi Sposi corregge molti passi della prima versione del 1827 e questo è un esempio:

1a versione: Il signore entrò, e girato un'occhiata per la stanza, vide Lucia ravvolta nel suo cantuccio e quieta. « Dorme? » domandò sotto voce alla vecchia: « colà, dorme? eran questi i miei ordini, sciagurata? « Io ho fatto il possibile, » rispose questa: « ma non ha mai voluto mangiare, non ha mai voluto venire... (PS, 1827).

2a versione: Il signore entrò, e data un'occhiata per la camera, vide Lucia rannicchiata nel suo cantuccio e quieta. « Dorme? » domandò sotto voce alla vecchia: « là, dorme? eran questi i miei ordini, sciagurata?
« Io ho fatto di tutto, » rispose quella: « ma non ha mai voluto mangiare, non è mai voluta venire... (PS, 1842).