Ho dovuto partire o sono dovuto partire ?
Ho o sono
dovuto partire?Per non sbagliarsi - e spesso lo fa anche un madrelingua - basta seguire alcune regolette. Vedrete cosi' che la scelta dell'ausiliare (essere o avere) quando vi trovate di fronte a infiniti retti da verbi servili (come volere, potere, dovere) sarà davvero uno scherzetto.
Allora ecco qui qualche regola:
- Scegliere sempre l'ausiliare del verbo retto dal servile, è buona norma: es. ha dovuto viaggiare; è dovuto partire. L'ausiliare sarà quello dell'infinito che si trova (e' retto, appunto) dopo il verbo servile, quindi con viaggiare l'ausiliare sarà avere, con partire essere.
- Se il verbo che segue quello servile è un verbo di movimento intransitivo ( e cioè non risponde alla domande ''chi''/''che cosa'') si può usare sia l'ausiliare essere che avere. Quindi possiamo dire tanto ''è dovuto uscire'' che ''ha dovuto uscire''
- Se l'infinito che segue il verbo servile ha davanti un pronome atono (come mi, ci, ti, si, vi), allora bisogna usare l'ausiliare essere: es. si è voluto muovere. Se invece il pronome è dopo l'infinito allora diremo ha voluto muoversi.
Infine, se il verbo servile è seguito dal verbo essere, allora non possiamo sbagliarci: l'ausiliare sarà sempre avere: es. ha voluto essere il migliore.
Alessandro Manzoni quando dopo venti anni riscrive il suo romanzo I Promessi Sposi corregge molti passi della prima versione del 1827 e questo è un esempio:
1a versione: Il signore entrò, e girato un'occhiata per la stanza, vide Lucia ravvolta nel suo cantuccio e quieta. « Dorme? » domandò sotto voce alla vecchia: « colà, dorme? eran questi i miei ordini, sciagurata? « Io ho fatto il possibile, » rispose questa: « ma non ha mai voluto mangiare, non ha mai voluto venire... (PS, 1827).
2a versione: Il signore entrò, e data un'occhiata per la camera, vide Lucia rannicchiata nel suo cantuccio e quieta. « Dorme? » domandò sotto voce alla vecchia: « là, dorme? eran questi i miei ordini, sciagurata?
« Io ho fatto di tutto, » rispose quella: « ma non ha mai voluto mangiare, non è mai voluta venire... (PS, 1842).